View Colofon
- "Nu vreau să fiu un câine" translated to RO by Alexa Stoicescu,
- "Pes být nechci" translated to CZ by Blanka Juranová,
- "No quiero ser un perro" translated to ES by Daniela Martín Hidalgo,
- "Ne želim da budem pas" translated to SR by Bojana Budimir,
- "Não quero ser um cão" translated to PT by Lut Caenen,
- "Ja nie chcę być psem" translated to PL by Olga Niziołek,
- "Nočem biti pes" translated to SL by Nika Štrovs,
Maria Gaia Belli
Non voglio essere un cane
Eliminare le pene d’amore, digito. Adesso deve finire. Vedo storie di persone, ma io non voglio storie, voglio soluzioni, non compassione. Trasformazione, digito. Secondo Google, la trasformazione è presente nella matematica e nella genetica. Scelgo la seconda, prendendo così la mia prima decisione. Sono stanca di questo corpo che è già stato baciato da troppe persone, che forse è stato rovinato, l’ho trattato senza scrupoli, con troppa leggerezza, deve sparire, cambiare, e in meglio. Trasformazione genetica. Sullo schermo lampeggia «dieta depurativa». Trasformati in una nuova versione di te. Un vaso da conserva pieno di un succo arancione, talmente acceso da sembrare quasi chimico. Accanto ci sono un mazzo di carote, delle mele lucenti e un paio di mirtilli che tentano la fuga. Clicco subito, 148 euro per 3 giorni. È troppo poco, voglio spendere di più. Voglio cancellare tutto, a questo punto meglio se anche tutti i miei soldi.
C’è un sito in cui posso creare il mio viso ideale, tiro gli angoli degli occhi verso il basso, ingrandisco le orecchie e gonfio le guance, è tutto inutile. Continuo ad avere l’aspetto di una donna che vuole scomparire. Credevo che sarebbe servito, assomigliare di più a come mi sento. È tutto inutile e, quando tutto è inutile, io me la prendo col computer. Sento il rumore dei tasti che mi vibrano sotto le dita, stringo i pugni e colpisco, il portatile vacilla sotto le mie mani, il ronzio aumenta a ogni botta, strizzo gli occhi e colpisco ancora più forte, mi viene voglia di strappare via lo schermo. Un suono così stridulo che mi afferro le orecchie. Apro piano gli occhi. Un cagnolino mi sta fissando. Ha gli occhi grandi e lucidi, si lecca una zampa e torna a fissarmi.
«Non avere paura» dice il cagnolino.
Non ho paura.
«Clicca qui» dice il cagnolino.
Sposto il cursore su una busta a destra della sua zampetta, e clicco. Il cagnolino abbaia con entusiasmo e poi scompare.
Offriamo una via d’uscita
A tutte le persone che da sole non ce la fanno più
A tutte le persone con il cuore in lacrime
A tutte le persone spezzate
Ti senti abbandonato?
Il tuo cuore è altrove?
In un posto che non riesci più a raggiungere?
Il tuo corpo è solo un involucro che ti fa pensare a tempi migliori?
Sei alla ricerca di qualcosa, proprio come migliaia di altre persone?
Non aspettare oltre
E inizia a trasformarti oggi stesso.
La voce svanisce. Non mi piace quando i siti mi rivolgono la parola, ma questa volta non spengo niente. Inserisco il mio indirizzo per il primo pacchetto, che è gratuito. Se lo ordini oggi, arriva già domani. Voglio cambiare tutto, meglio se correndo molti rischi.
La mia generazione non apre quando il campanello suona e non stai aspettando nessuno. Analizzo mentalmente le possibilità. Sono sicura al milione percento che nessuno dei miei amici verrebbe mai senza avvisare, non ci perdoneremmo mai una cosa simile. Insieme agli stimoli che entrano nelle nostre case in carne e ossa, è facile che si intrufoli anche un attacco di panico. A meno che. C’è un a meno che. A meno che non sia tu. È passato talmente tanto tempo che dovresti presentarti con dei grandi gesti. Suonare il campanello potrebbe essere un gran gesto. Tranne se è una zia. Qualcuno che non si preoccupa sul serio, ma che si rallegra se io non sto bene. Così può finalmente prendermi sotto la sua ala. È l’ultima cosa di cui ho voglia. In ogni caso hai subìto un danno, comunque tu la metta. Mi avvicino di soppiatto alla porta d’ingresso: io ho un citofono con la videocamera, sono abbastanza chic da averlo. Posso sbirciare senza che se ne accorgano. Alzo la cornetta senza fare rumore. Di colpo lo schermo si accende. C’è una ragazza con un completo marrone spento e un berrettino.
«C’è nessuno?»
Trattengo il respiro. Che possa vedermi? La videocamera funziona solo in un senso, ci giurerei. Solo io posso vedere quello che fa lei, non viceversa.
«Ho un pacchetto per lei».
Rilasso un po’ le spalle. Un pacchetto non è una visita. Un pacchetto può essere un gesto. Premo il pulsante blu.
Apro la porta. La ragazza ha un viso cordiale, gli occhi dello stesso colore del vestito, due fossette agli angoli della bocca. È appena troppo giovane per essere definita una donna, secondo me non ha più di diciannove anni. Anche se devo ammettere che sono pessima nel dare l’età.
«Le dispiace se entro un attimo per spiegarle un po’ di cose?»
Mi supera di scatto.
«Sono Nico.» Mi porge la mano.
Imbarazzata, gliela stringo.
«I miei genitori non amano le convenzioni.»
La sua borsa a tracolla dondola pesante, è un affare di nylon nero che le rimbalza sul sedere a ogni passo. Ne estrae un raccoglitore e un tablet e li tiene sollevati.
«Ci piace lavorare il doppio» dice ridendo, le fossette si trasformano in lunghe linee che le attraversano le guance. Soltanto adesso che la porta è chiusa, noto il suo odore: sa di animale, ha i pantaloni ricoperti di peli.
«Vuole sedersi?» chiedo meccanicamente. Caffè non ne ho più da un pezzo, potrei offrirle dell’acqua o del whisky.
«Preferisco stare in piedi», dice piazzando una natica sul mio tavolo.
«Partiamo sempre da una serie di trasformazioni ben riuscite.»
Sul suo tablet mi mostra una foto di un golden retriever tra le braccia di una donna. La donna ha un sorriso quasi estatico. Nico scorre verso destra. Un’altra foto di una nuova coppia. Adesso ci sono un uomo con i baffi e un jack russell. Anche loro hanno un’aria molto felice.
«Cominciamo dall’inizio.»
Estrae un paio di fogli dalla cartellina.
«Sono piuttosto disordinata, non lo dica al mio principale. Devo misurarle la pressione. Mi ricorda la sua età?»
Comincio a chiedermi se non abbia sbagliato indirizzo.
«Ah, ecco qui. Trentaquattro anni, allora in teoria non serve misurare la pressione. Anche se sarebbe meglio, così potremo fare delle caute previsioni sulla sua trasformazione. Non le prenda per oro colato, però.»
Se la ragazza non si siede mi siedo io, le sue parole mi stordiscono.
«Okay, misuriamo questa pressione? Non mi piace mica, eh? In generale non mi piace toccare la gente. Lì a volte la pelle è così morbida, non mi piace. Ma lei non è tanto vecchia, è giovane anzi, mi scusi, quindi non sarà un problema. Se preferisce che le dia prima le spiegazioni, si può fare, certo. A dire il vero, dovrei fare prima quello. Ecco, sto parlando di nuovo troppo, secondo il mio principale parlo troppo. Vabbè, comunque, prima le spiegazioni.»
Nico si scansa qualche ciocca di capelli dal viso, tira fuori una scatoletta dalla borsa.
«Sa già quando vuole iniziare?»
Dalla mia faccia deve aver capito che non ne ho idea.
«Fa lo stesso, può iniziare quando vuole. Però ho il dovere di avvisarla che il giorno prima deve rimanere a digiuno. A me sembra una gran seccatura, ma va bene, non sono io quella che si trasforma. Allora, il giorno dopo prende la prima pillola a stomaco vuoto, e insieme ci beve questa polverina. Ha un SodaStream? Fa abbastanza schifo, quindi a certa gente piace di più con le bollicine. Non so cosa dirle. Io butterei giù tutto d’un sorso, ma è questione di gusti. C’è chi riesce a dilatare la gola, lei ci riesce? In quel caso, io farei così.»
La sua voce passa in secondo piano, guardo la scatoletta delle pillole, cinque capsule trasparenti con dentro un liquido giallo.
«Cosa succede quando prendo la prima pillola?»
«Non più di tanto, il primo ciclo serve soprattutto a portare i valori a un livello più alto. Vitamine, antiossidanti, quelle cose lì. Nella seconda fase cominciamo con la scomposizione e poi nella terza fase demoliamo tutto quello che abbiamo costruito prima. Si sentirà molto male, suppongo che tutto questo l’abbia già letto, ma sono tenuta a comunicarlo di nuovo. Adesso faccio la brava consulente.»
Stringe le labbra e alza le spalle. Io non ho letto quasi nulla.
«Non mi è più permesso paragonarlo alla chemio, ma in pratica è uguale. Bum, addio sistema immunitario, facciamo saltare tutto, veleno nelle sue vene, giallo chimico, tutto questo succede da noi, abbiamo delle poltrone comode, certe volte mi ci siedo dopo il lavoro. Vabbè, comunque il party vero e proprio inizia solo dopo, nel momento in cui lei è più debole, subito prima c’è un attimo in cui può ancora ripensarci, si può ancora ritirare. Poi non si torna più indietro.»
Fa scivolare un foglio verso di me.
«Mi mette una firma qui?»
Ho piena consapevolezza dei rischi.
Non ho bisogno di vedere altro. Più rischi ci sono, meglio è. Metto la mia firma sotto la data, a grandi lettere svolazzanti.
«Grande» dice Nico. «Adesso è fatta.»
Mi stringe la mano.
«La prima consegna è gratuita. La prossima gliela porto io tra cinque giorni. I costi vengono addebitati automaticamente, ha firmato l’autorizzazione. Nella terza fase può ancora tirarsi indietro, devo aggiungere anche questo.»
Se ne va all’improvviso, proprio come è arrivata. Chiudo la porta alle sue spalle e sento in casa la presenza delle pillole, della polverina e dell’opuscolo. Mi precipito a guardare.
Proprio come molti altri, lei vuole diventare un cane. La vita di un cane è allegra e ricca di sorprese. La prevedibilità delle giornate non sarà più motivo di tedio, al contrario, la gradirà. I cani vedono il mondo in modo diverso, inoltre ricevono molto affetto dal loro padrone e per noi è proprio questo il punto. Noi siamo qui per le persone disdegnate dalla società, gli abbandonati, coloro che vengono messi da parte, i partner che non vogliono arrendersi. Quelli che sono ancora innamorati della persona cara che li ha lasciati. Chi non vede il cuore infranto come un capolinea. Perché non deve essere per forza così. Noi la guidiamo attraverso un processo di transizione, durante ogni nuova fase la assistono i nostri specialisti. Nessuno è costretto ad accettare le pene d’amore come un dato di fatto. Alla fine la ricongiungiamo con la persona amata. In quanto cane, potrà amare il suo partner senza limiti, guaire a piacimento per attirare l’attenzione, strusciarsi contro le sue gambe, potrete avventurarvi insieme nella natura incontaminata. Diventerà il compagno fedele della persona amata. Inseparabili e mai più senza amore. Il suo desiderio è la nostra missione.
In una foto una donna abbraccia un golden retriever; tento di leggere qualcosa negli occhi del cane. Ha le zampe appoggiate sul collo della donna, il muso tra i capelli. Scorro le pagine, le lettere si fanno più piccole.
Fusione
Quasi il 98 per cento dei nostri clienti che completano con successo la transizione alla fine si ricongiunge con la persona amata. A tale scopo chiediamo una certa pazienza da parte sua, non tutte le persone amate sono alla ricerca di un cane, o desiderano semplicemente averne uno. Spesso lei lo sa meglio di chiunque altro. Ci lavoriamo con discrezione. Qualora sia necessario iniettare alla persona amata un siero che rafforzerà il desiderio di un cane, il processo richiederà più tempo. A volte possono volerci mesi (anni, in alcuni casi), la preghiamo di tenerlo presente. Fortunatamente l’amore non si affievolisce in fretta, perciò l’importante è non mollare subito l’osso.