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Where the Wild Things Grow
Celebrate our ecological and ritual connections with Mother Earth and the cosmos

Oh, ragazze (It’s Both Heaven and Hell Here. Moldova: a Century of Lived History)
L’Affitto
24
Viale Zorilor: L’inizio
Diário de uma Portuguesa em Angola
Lampi
Punto di fuga

I Miralles
Cara, francamente me ne infischio

Non voglio essere un cane

La cercacose: 44 (in)consueti oggetti da vicino e lontano
Come suggerisce il sottotitolo, il libro La cercacose contiene storie su 44 oggetti da vicino e lontano. La curiosa e variegata selezione, ordinata per temi, comprende sorprendenti chicche da tutto il mondo: stivali che arrivano dal Bhutan, mattonelle dai marciapiedi di Barcellona disegnate da Gaudí, bicchieri da vino dai Paesi Baschi, una spilla a forma di cuore da Sarajevo, espradrillas dai Pirenei, scarabei dall’antico Egitto, contenitori della spazzatura da New York, un pezzo del telo arancione proveniente dai The Floating Piers sul lago d’Iseo, un tintinnante drago sloveno, una mappa di Berlino Est e molti altri. Raccontando le storie di oggetti concreti, Ekaterina Petrova in realtà racconta anche dei luoghi da dove provengono – Küstendorf е Kathmandu, Lubiana e Louisiana, Belvedere e Bilbao, Selçuk e Central park – ponendoli contemporaneamente in un più ampio contesto linguistico, storico, antropologico e geografico. Astuta miscela fra diari di viaggio, saggi e racconti, i testi sono attentamente documentati e intessuti di aneddoti curiosi, ma inframmezzati dallo sguardo soggettivo dell’autrice, così come dalla sua personale biografia di viaggiatrice, traduttrice e cercacose. Elaborato artisticamente dall’occhio estetico di Lyuba Haleva, una delle più eminenti illustratrici bulgare contemporanee, l’impostazione grafica del libro è superba e con umorismo coglie l’anima e l’umore delle storie. In questo modo anche il libro stesso diventa un bell’oggetto carico di piacere e gioia, da leggere e rileggere, da avere e regalare.
Manovra
Bestie voi tutte dei campi
Un ronzio
I panda di Ueno

Fiori di loto che si chiudono (quando ci si entra) (La via del perceptionist)
